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Su bonette (cappello sardo)

Su bonette (cappello sardo)

Cenni storici

Il bonette è un cappello della tradizione siciliana, calabrese, sarda e corsa. L'eredità va ricercata nella nobiltà inglese del Settecento, da cui avevano importato la moda in Sicilia e Calabria alla fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, in cui l'aria messa in testa era chi guidava un'auto. Alla fine, a causa dei contatti che la Sardegna aveva da quel periodo in poi con l'Italia meridionale, il cappello arrivò anche in Sardegna.

Il nome in sardo è Su bonete (o su bonette). Oggi è considerato a tutti gli effetti anche un copricapo tradizionale sardo molto in voga in tantissimi ambienti agropastorali e non solo. Alcuni stilisti lo ripropongono nella sua verione tradizionale come capo casual e altri lo rivisitano. Il nome siciliano a questa tipologia di copricapo, invece, è coppola: termine diventato popolare in Italia entrando anche nella sua lingua; il termine deriva dall'inglese cap, che a sua volta deriva dal latino caput (conca). In altri dialetti si chiama Gigìa, Bicicleta, Berritta.

In realtà in Sardegna, quando si pensa a sa berrita ci si riferisce solitamente al copricapo confezionato in lana scura o semplice panno di colore nero che fa parte dell'abito tradizionale maschile tipico della Sardegna. Era diffusa in tutta la Sardegna fino alla fine dell'Ottocento-inizi del novecento e oggi, benché ormai s'indossi principalmente per rappresentazioni di folklore, può esserne considerato uno dei simboli essenziali. 

La berretta "classica" di fine Ottocento era realizzata a forma di tubo, lunga circa 150 cm, chiusa alle estremità stondate; essa viene indossata infilandone una metà dentro l'altra e ottenendo così un "sacco" lungo circa 70 cm, il cui diametro varia in relazione alla circonferenza del cranio. Tra i numerosi esemplari esaminati nessuno è risultato essere fatto di orbace o di panno di lana. La maggior parte delle berrette, quale sia il colore, sono realizzate in filato di lana lavorato meccanicamente a maglia tubolare: il "tessuto" viene poi chiuso alle estremità infeltrito in bagni di acqua calda e infine follato e/o cardato sulla superficie esterna, così trattato somiglia effettivamente a un panno di lana morbido, il che ha generato qualche confusione.

Oggi in ambito folkloristico si è reinventato l'antico copricapo variandone la fattura e le misure utilizzando panno o orbace e cucendo uno o più lati, l'antica berrita infatti non aveva cuciture laterali. Ha struttura tubolare tronco-conica e può variare in lunghezza dai 50 ai 100 centimetri: viene indossato calzato sul capo con l'estremità lasciata ricadere su un fianco o dietro le spalle. Talvolta - specie in occasione di feste - viene ripiegato o arrotolato e lasciato poggiare sul capo.

Nel nuorese e nel Gennargentu viene confezionata con una lunghezza ancora maggiore (quasi sempre fino a 100 cm) e viene chiamata in questo caso sa berrita longa, ("la berretta lunga"). Anche nel nuorese questo copricapo viene adottato in occasione di feste danzanti, anche se in versione più corta, in quanto più comoda. L'indumento si sposa con il medesimo colore del gonnellino e dei copricalzari, mentre il corpetto può variare di colore rispetto al paese in cui il costume è adottato.

Versione femminile

Nel comune di Ovodda, nella Barbagia di Ollolai, viene adottata una versione femminile di questo copricapo, entrata a parte della tradizione folkloristica ovoddese. Tale modello consiste in un'essenziale cuffia utile a tenere a raccolti i capelli. È indossata per fermare su tullu (velo bianco) o sul muccadore (pezzo di stoffa di Tibet piegato a triangolo e ricamato e messo sopra come ornamento e tenuto fermo a sua volta da una spilla). In questa versione, sa berrita - abitualmente fermata sotto il mento da un nastro rosso allacciato all'altezza delle orecchie - è realizzata in velluto o broccato ed è guarnita con sa vetta, una fettuccia o trina dorata o argentata. Nella parte posteriore vi è un insieme di pieghe plissettate in raso o velluto. 

Diversi stilisti hanno rivisitato questo particolare copricapo, sia nella versione maschile che in quella femminile, e, nel corso degli anni è entrato in tantissimi usi di vita quotidiana, dall'ambiente agro-pastorale a semplice accessorio di moda.

Fonte: Wikipedia

 

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